Trattamento del Lipedema a Genova

Il Lipedema o Lipoedema è un anomalo accumulo di tessuto adiposo nelle gambe, piedi esclusi, e talvolta nelle braccia. La sua scarsa conoscenza ne causa una diagnosi spesso mancata o confusa con altre condizioni come l’obesità.
Si tratta di una condizione cronica dalla quale ad oggi non si può definitivamente guarire, ma le cui manifestazioni possono tuttavia essere gestite tramite una combinazione di terapie che utilizzo personalmente: manipolazione fasciale manuale e strumentale IASTM, linfodrenaggio manuale, onde d’urto, terapia compressiva ed esercizio terapeutico.

Fondamentale è poi associare un piano nutrizionale personalizzato gestito da un professionista esperto di alimentazione nel lipedema.

Il mio approccio al trattamento del lipedema a Genova, in accordo con le Linee Guida internazionali, prevede una gestione degli aspetti individuali della persona, condividendo le aspettative di cura e fissando degli obiettivi terapeutici realistici.

Il mio è un Lipedema?

In passato l’esistenza del lipedema è stata spesso messa in discussione. Tuttavia nel 2018 l’OMS l’ha ufficialmente riconosciuta e a partire dal 1 gennaio 2022 nel ICD11 alla sezione “patologie non infiammatorie del tessuto adiposo sottocutaneo” è stato incluso il codice EF02.2 che identifica precisamente il lipedema.

Tuttavia, nonostante questi enormi passi in avanti e nonostante si sia vicini ad identificare delle caratteristiche esclusive del tessuto lipedematoso, la diagnosi del lipedema ad oggi è ancora prettamente clinica. Si tratta certamente di una diagnosi complessa che richiede la valutazione di un professionista esperto in tale condizione. Tuttavia esistono una serie di segni clinici tipici:

  • Aumento simmetrico di volume di cosce e gambe, piedi esclusi, e talvolta della porzione posteriore delle braccia
  • Dolore alla pressione delle zone colpite
  • Facilità di formazione di lividi
  • Insorgenza e progressione in concomitanza di sbalzi ormonali (menarca, pillola, gravidanza, menopausa, forti stress)

Concretamente cosa si può fare per la mia situazione?

Il lipedema è una condizione complessa che richiede un approccio multifattoriale altamente individualizzato, che si esplica in 3 sfere di intervento fondamentali:

  • Trattamento dei sintomi quali dolore e limitazione funzionale
  • Miglioramento dello stato generale di salute e contenimento della progressione
  • Educazione e rinforzo della consapevolezza e dell’autogestione dell’impatto fisico e psico-sociale

 

1. Dolore e mobilità

Il dolore e la limitazione funzionale sono le manifestazioni fisiche più tipiche del lipedema. Le terapia ad oggi più efficaci che utilizzo nel mio studio sono:

  • Manipolazione fasciale manuale e strumentale IASTM
  • Linfodrenaggio manuale
  • Onde d’urto radiali
  • Terapia compressiva
  • Esercizio fisico

2. Lungo termine

La progressione del lipedema è stimolata da stili di vita sregolati. Per questa ragione occorre promuovere un ottimo stato di salute tramite:

  • Alimentazione e controllo del peso
  • Esercizio fisico
  • Cura della cute

3. Sfera psico-sociale

La gestione della sfera emotiva e psico-sociale è di importanza fondamentale. A questo scopo sono di grande aiuto:

  • Psicoterapia cognitivo-comportamentale
  • Mindfulness
  • Partecipazione in comunità internet

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Il lipedema o lipoedema è una problematica ancora poco conosciuta e la cui diagnosi è spesso mancata o confusa con altre condizioni, obesità in primis. Questo è dovuto a diversi aspetti: poca consapevolezza della sua esistenza, scarsa ricerca clinica sull’argomento e assenza di linee guida unificate e condivise. Tutto ciò si traduce in una grande difficoltà da parte della persona nell’essere riconosciuta e trattata efficacemente.

Il lipedema è una condizione cornica e incurabile con implicazioni fisiche e psicosociali importanti. La complessità di questa condizione richiede quindi un approccio multidisciplinare in modo da considerarne ogni aspetto, gestire adeguatamente le aspettative di cura e fissare obiettivi terapeutici realistici.

Caratteristiche del lipedema

Il lipedema è stato descritto per la prima volta da Allen e Hines nel 1940 come un patologico accumulo di tessuto adiposo nelle gambe, piedi esclusi, e talvolta nelle braccia. L’accumulo è sempre bilaterale e simmetrico e causa dolore, gonfiore e perdita di mobilità. Nel corso dei decenni sono stati coniati molti altri termini (adiposalgia, lipalgia, lipoipertrofia dolorosa, ecc.) e questo rispecchia la difficoltà di definire con esattezza questa condizione. Nonostante l’etimologia della parola, l’aspetto “edematoso” del lipedema è descritto come effetto saltuario e non primario, ma secondario ad un rallentamento del ritorno venoso e linfatico (Todd, 2010; Herbst, 2012a; Reich-Schupke et al, 2013; Herbst et al, 2015), tanto da definire il termine di “lipo-linfedema” per descrivere la concomitanza di un lipedema e di un linfedema.

Il lipedema si manifesta quasi unicamente nel genere femminile, per lo più a partire dalla pubertà, e si stima che possa arrivare a colpire fino al 10% delle donne (Földi et al, 2006; Szél et al, 2014).

I precisi meccanismi responsabili del lipedema sono ancora sconosciuti, ma si pensa che ci siano diversi fattori coinvolti. Fino ad oggi gli aspetti osservati più salienti sono:

  • Il lipedema tende a manifestarsi in conseguenza di forti variazioni ormonali: pubertà, contraccettivi orali, gravidanza, menopausa (Fonder et al, 2007; Bano et al, 2010; Godoy et al, 2012)
  • Talvolta un grande aumento di peso o forti oscillazioni possono essere il fattore scatenante
  • Ci sono evidenze di familiarità e predisposizione genetica

Le alterazioni tipiche a livello tissutale sono:

  • Espansione del tessuto adiposo dovuta ad un incremento del numero di adipociti (iperplasia) e/o ad un loro ingrossamento (ipertrofia). Inoltre è stata osservata un’infiltrazione di macrofagi ad azione pro-infiammatoria (Suga et al, 2009).
  • Crescita di nuovi capillari fragili che contribuisce alla facilità di prodursi lividi (Fife et al, 2010).
  • Riduzione di elasticità della cute e dei tessuti connettivali (Jagtman et al, 1984; Herbst, 2012a).
  • Dolore e ipersensibilità dovuti forse alla compressione delle terminazioni nervose da parte dell’aumentato tessuto adiposo, ad aspetti infiammatori e a meccanismi di sensibilizzazione centrale (Langendoen et al, 2009; Peled & Kappos, 2016).
  • Talvolta sviluppo di un edema. Questo può cominciare a causa di un rallentamento nel ritorno dei liquidi dovuto alla riduzione di attività fisica e alla perdita di elasticità tissutale, pur in presenza di sistemi venoso e linfatico sani. Col tempo tuttavia questi due sistemi possono andare incontro a sofferenza e danneggiamento e al lipedema possono associarsi un’insufficienza venosa cronica (flebedema) e/o un’insufficienza linfatica (linfedema) (Harwood et al, 1996; Cornely, 2006; Langendoen et al, 2009).

Parlare di trattamento del lipedema richiede sempre grande cautela e rispetto per chi soffre di questa condizione. Il lipedema infatti è una condizione cronica degenerativa che non ha ad oggi una cura risolutiva. Negli ultimi anni tuttavia la sua comprensione sta migliorando grazie all’aumento di studi e pubblicazioni disponibili e questo, se da un lato non ci ha ancora fatto arrivare ad un cura, quantomeno ci ha permesso di capire come rallentare e talvolta arrestare la sua progressione.

Ad oggi l’approccio al trattamento del lipedema si basa su 3 sfere principali di intervento:

  • Rinforzare la consapevolezza e l’autogestione dell’impatto fisico e psico-sociale
  • Trattare i sintomi
  • Migliorare la salute generale e limitare la progressione

Essendo il lipedema un problema complesso certamente ogni elemento terapeutico andrà cucito sulla persona in base alle sue caratteristiche individuali. Vediamo quindi nello specifico gli interventi da mettere in campo.

La gestione della sfera psico-sociale ed emotiva è di importanza fondamentale nelle condizioni croniche. Un recente studio (Dudek et al, 2016) ha mostrato che la “flessibilità psicologica” (phsychological flexability, ossia la capacità e la volontà di affrontare le difficoltà, i pensieri e le sensazioni spiacevoli al fine di intraprendere attività efficaci) e la “connessione sociale” (social contactedness, ossia il senso di connessione e di appartenenza con gli amici e con la società) sono associate ad una migliore qualità della vita a dispetto della severità dei sintomi. In quest’ottica si sono dimostrate efficaci la psicoterapia cognitivo-comportamentale, la mindfulness e la partecipazione in comunità internet (Mantzios & Wilson, 2015).

È noto ormai che la maggior parte dei soggetti con lipedema è anche sovrappeso (Langendoen et al, 2009). Questo dato tuttavia va considerato con cautela. Si è infatti osservato che, se da un lato avere un alto indice di massa corporea o avere forti sbalzi di peso sono fattori di rischio per sviluppare o far progredire un lipedema, dall’altro la perdita di peso riduce solo il grasso corporeo e non quello accumulato nel lipedema (Todd, 2010; Fife et al, 2010). In quest’ottica quindi l’alimentazione non va intesa come una cura ma come un fattore preventivo: un’alimentazione sana e bilanciata è infatti associata ad una salute generale migliore e ad un rallentamento nella progressione del lipedema (Todd, 2010). Non esistono quindi specifiche indicazioni su cibi da mangiare o da non mangiare. Gli alimenti da evitare sono semplicemente quelli che fanno prendere peso.

Come per l’alimentazione anche l’attività fisica è associata ad una riduzione della mortalità e ad un miglioramento della salute generale e della qualità della vita (Salmon, 2001; Penedo & Dahn, 2005; Bishop-Bailey, 2013). In particolare l’ideale sarebbe essere attivi quotidianamente e fare almeno due ore e mezza di attività fisica alla settimana a media intensità. Nel lipedema le attività in acqua come nuoto libero e aquagym sono particolarmente indicate.

Nel lipedema come anche nel linfedema la cura della cute è fondamentale per evitare lo sviluppo di condizioni irritative che possono sfociare in patologie gravi come la cellulite batterica. Occorre quindi lavare e asciugare con cura la pelle, soprattutto a livello delle pieghe cutanee. Inoltre è opportuno applicare creme emollienti quotidianamente (Langendoen et al, 2009; Williams & MacEwan, 2016).

La compressione di per sé non riduce il lipedema (Fetzer, 2016). Tuttavia è in grado di dare supporto ai tessuti riducendo il dolore, migliorando la mobilità e prevenendo o diminuendo un eventuale linfedema concomitante. Il tipo di compressione va scelto in base allo stadio del lipedema e considerando eventuali controindicazioni, ad esempio di natura vascolare. Le tipologie di compressione sono:

  • Contenzione elastica
  • Bendaggio elasto-compressivo
  • Pressoterapia

Il linfodrenaggio manuale è particolarmente indicato in caso di compresenza di un linfedema. Ad ogni modo però si è dimostrato una terapia efficace anche per ridurre il dolore e promuovere la funzionalità fisica e psicologica (Haesler, 2016; Todd, 2016).

Il dolore è uno degli aspetti peculiari del lipedema. Come visto anche nei paragrafi precedenti, gli interventi più efficaci per la riduzione e gestione del dolore sono:

  • Attività fisica regolare
  • Linfodrenaggio manuale
  • Terapia compressiva

La chirurgia nel lipedema ad oggi offre due opzioni accreditate: la liposuzione e la chirurgia bariatrica. In ogni caso bisogna rimarcare che si tratta di interventi migliorativi dei sintomi, ma non curativi del lipedema in sé. Inoltre sarebbe sempre opportuno tentare l’approccio non chirurgico per almeno 6-12 mesi prima di optare per la chirurgia. 

La liposuzione

Occorre premettere che in caso di lipedema la liposuzione dovrebbe essere eseguita da un chirurgo con esperienza in questa condizione, in grado di valutare la persona nella sua soggettività e di proporre l’approccio più indicato. Inoltre non bisogna scordare che la liposuzione non è senza rischi nell’immediato post-operatorio e può dare complicazioni nel lungo termine (Stutz & Krahl, 2009; Rapprich et al, 2015). Detto ciò, la liposuzione in caso di lipedema è in grado di produrre  di ridurre il volume tissutale, il dolore e i lividi, migliorando mobilità, funzionalità e qualità della vita (Reich-Schupke et al, 2012; Peled & Kappos, 2016). Diversi studi hanno mostrato che i benefici permangono anche a distanza di anni (Schmeller et al, 2012; Baumgartner et al, 2016).

La chirurgia bariatrica

La chirurgia bariatrica in generale consiste in tutti quegli interventi che mirano alla riduzione di peso nei soggetti obesi. Per questa ragione a livello di linee guida è unicamente indicata per soggetti con indice di massa corporea > 35, con diabete tipo 2 o ipertesi, nei quali siano falliti i tentativi di perdita di peso non chirurgici (NICE CG189, 2014).

Gli interventi di chirurgia bariatrica ad oggi maggiormente praticati sono due: 

  • Sleeve gastrectomy: consiste nell’asportazione di parte dello stomaco con conseguente riduzione del senso di fame e quindi di cibo ingerito.
  • Bypass gastrico: consiste nel collegare la parte superiore dello stomaco con l’intestino digiuno, bypassando l’intestino duodeno. Questo, oltre a ridurre il senso di fame, riduce anche l’assorbimento intestinale limitando ulteriormente l’aumento di peso. Particolarmente indicato in caso di diabete tipo 2.

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