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Osteoartrite di ginocchio

Introduzione

L’osteoartrite è una problematica caratterizzata da uno squilibrio metabolico a livello dei tessuti articolari che provoca alterazioni fisiologiche e anatomiche quali degenerazione cartilaginea, rimodellamento osseo e formazione di osteofiti. Questo può culminare uno stato patologico con infiammazione, dolore e perdita di funzionalità (Kraus et al, 2015). Si stima che nel mondo circa 240 milioni di persone conducano una vita limitata dall’osteoartrite (Hawker, 2016; Lancet, 2015). Le ginocchia sono le articolazioni più colpite, ammontando a circa il 50% di tutte le condizioni di osteoartrite (Jordan et al, 2007).

Fattori di rischio per l'osteoartrite

Il principale fattore di rischio per l’osteoartrite è il peso corporeo. Si stima infatti che le persone obese abbiano un rischio doppio alle persone normopeso di sviluppare osteoartrite di ginocchio (Losina et al, 2013). Altri fattori sono poi traumi pregressi dalle ginocchia o alle caviglie (Brown et al, 2006), l’età e il sesso femminile (Felson et al, 1987; Jordan et al, 2007).

Terapie disponibili per l’osteoartrite

Bisogna premettere che l’osteoartrite, intesa come degenerazione strutturale, non è di fatto guaribile. Tuttavia sono assai gestibili le sue manifestazioni in termini di dolore e funzionalità articolare. Le terapie ad oggi proposte e disponibili per gestire l’osteoartrite sono di 3 tipologie:

  • Trattamenti conservativi
  • Trattamenti farmacologici
  • Interventi chirurgici di protesi
Vediamo ora cosa ci dicono gli studi scientifici attualmente disponibili riguardo all’efficacia e alla sicurezza delle diverse terapie nella gestione dell’osteoartrite. In generale possiamo già premettere che la fisioterapia e l’esercizio fisico sono di gran lunga le terapie più efficaci e più sicure nel lungo termine (Katz et al, 2021; Bannuru et al, 2019; Fernandes et al, 2013; Pendleton et al, 2000; Jordan et al, 2003; Zhang et al, 2005; Jevsevar et al, 2013; Kolasinski et al, 2020). A riprova di ciò un recente studio controllato randomizzato (Deyle et al, 2020) ha confrontato gli effetti della fisioterapia con quelli delle infiltrazioni di cortisone su 156 persone affette da osteoartrite di ginocchio. A 1 anno dalle terapie i pazienti che avevano ricevuto la fisioterapia avevano meno dolore e meno disabilità di quelli che avevano ricevuto le infiltrazioni di cortisone.

1. Trattamenti conservativi

Come detto i trattamenti conservativi sono dimostrati essere di gran lunga i più efficaci e sicuri nel lungo termine. consistono in:

  • Educazione sulla condizione e sull’autogestione
  • Controllo del peso corporeo
  • Esercizio fisico specifico basato sul rinforzo muscolare
  • Esercizio fisico globale cardiovascolare: camminata, cyclette, ginnastica, Tai Chi, ecc.

2. Trattamenti farmacologici

Le terapie farmacologiche ad oggi proposte sono diverse:

  • Integratori: glucosamina, condroitina, ecc
  • Antinfiammatori: paracetamolo, FANS (antinfiammatori non steroidei)
  • Infiltrazioni di acido ialuronico
  • Infiltrazioni di cortisone

L’efficacia delle terapie farmacologiche è ad oggi oggetto di dibattito. In generale la letteratura scientifica mostra che i farmaci antinfiammatori hanno efficacia nel breve termine ma non superano le 6 settimane (Charlesworth et al, 2019; Juni et al, 2015). Una imponente review sistematica del 2018 (Gregori et al, 2018) ha rielaborato studi sull’efficacia dei farmaci per un totale di oltre 22000 pazienti con osteoartrite di ginocchio. Il risultato è stato che a 12 mesi e oltre dalla terapia tutti i farmaci mostrano effetti dubbi rispetto al placebo.

A questi risultati diversi autori affianco anche i potenziali rischi per la salute che diversi farmaci comportano. Se da un lato infatti i FANS sono noti per dare problemi gastrointestinali, le infiltrazioni di cortisone hanno mostrato di aggravare la degenerazione dei tessuti articolari a 1 un anno di distanza (Charlesworth et al, 2019; Bharadwaj et al, 2022; Darbandi et al, 2022).

3. Interventi chirurgici di protesi

L’intervento chirurgico diventa la scelta ottimale al fallimento delle terapie conservative. Il suo obiettivo primario è ridurre il dolore in modo da ripristinare una funzionalità che garantisca una qualità della vita soddisfacente. Attualmente le protesi con i migliori risultati sono quelle di anca e ginocchio.

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