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Le infezioni cutanee nell’edema cronico

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  • Categoria dell'articolo:Linfologia

Introduzione

Gli edemi cronici da insufficienza linfatica o venosa comportano molto spesso un’alterazione cutanea che può rendere il soggetto più vulnerabile ad infezioni batteriche acute della pelle e del sottocute.

Dermatite da stasi

La dermatite da stasi è un’infiammazione cutanea che colpisce solitamente gli arti inferiori affetti da edema cronico. I sintomi comprendono prurito, desquamazione, iperpigmentazione e ulcerazioni nelle situazioni più complesse. Il trattamento è orientato soprattutto all’edema sottostante (bendaggi, elevazione e compressione) e alla prevenzione delle lesioni e ulcere cutanee.

Cellulite batterica

La cellulite batterica è un’infezione di cute e sottocute, spesso da streptococco (a distribuzione più ampia), più raramente da stafilococco (più localizzata nei pressi di ferite aperte o ascessi). È caratterizzata da sintomi quali dolore, rossore, calore, eritema in rapida diffusione, talvolta febbre e linfonodi gonfi. Le più colpite sono le gambe, con un interessamento tipicamente unilaterale. Foruncoli o ascessi con essudato sono per lo più assenti, ma quando presenti si parla di cellulite purulenta. La prognosi è solitamente buona con una terapia antibiotica tempestiva, anche se le recidive non sono infrequenti.

Erisipela

L’erisipela è un tipo di cellulite batterica superficiale con interessamento linfatico nel derma. Provoca placche molto rosse a margini netti, lucenti, indurite e dolenti, febbre, brividi e malessere, a volte bollosa. Proprio per via dell’interessamento linfatico, le erisipela recidivanti possono portare ad un linfedema cronico. Inoltre il trattamento antibiotico non tempestivo può portare a complicanze quali tromboflebiti, ascessi e gangrene. Infine possono essere utili l’elevazione, i bendaggi e la compressione.

Linfangite

La linfangite è un’infezione batterica acuta per lo più da streptococco che colpisce i collettori linfatici periferici. Le persone con linfedema sono tendenzialmente più rischio. La linfangite si manifesta tipicamente in un arto con strie rosse, calde e dolenti lungo il decorso del collettore colpito, in direzione dei linfonodi di afferenza (solitamente inguine per l’arto inferiore e ascella per l’arto superiore). Nei casi più severi possono comparire anche febbre, tachicardia, leucocitosi (anomalo aumento di globuli bianchi nel sangue), batteriemia e più raramente suppurazione, ulcerazione e necrosi. La terapia prevede la somministrazione di antibiotici secondo una prassi non dissimile dal trattamento della cellulite batterica. Nel caso tuttavia di risposta insoddisfacente occorre prendere in considerazione patogeni non streptococchi più rari.

Infezione necrotizzante dei tessuti molli

L’infezione necrotizzante dei tessuti molli è un’infezione mono o polimicrobica in cui l’ischemia tissutale da diffusa occlusione dei piccoli vasi sanguigni promuove la crescita di microrganismi anaerobi obbligati e facoltativi e causa gangrena. Colpisce cute, sottocute e fascia profonda e nelle fasi più avanzate può coinvolgere anche i muscoli. L’aspetto è quello di una cellulite batterica grave, con dolore molto forte, rossore e gonfiore, essudato grigio, assenza di pus e gangrena in caso di intervento tardivo. Inoltre l’ambiente anaerobio produce gas quali idrogeno e nitrogeno che accumulandosi nel sottocute generano un crepitio caratteristico. La terapia prevede gli antibiotici e lo sbrigliamento chirurgico fino anche all’amputazione e deve essere molto precoce e aggressiva per evitare una prognosi infausta che è circa del 30%.

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