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Dieta e linfedema

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  • Categoria dell'articolo:Linfologia

Introduzione

La dieta nel linfedema potrebbe sembrare un argomento marginale. Tuttavia ormai ci sono tutta una serie di risorse informative alternative alle fonti medico-scientifiche ed il rischio di incorrere in concetti fuorvianti se non addirittura sbagliati e dannosi è dietro l’angolo. In questo articolo cercherò di fare chiarezza sui principali temi che legano dieta e linfedema con l’aiuto delle attuali conoscenze scientifiche.

Obesità e linfedema

È stato osservato che avere un alto indice di massa corporea aumenta il rischio di sviluppare un linfedema [1]. Inoltre gli studi mostrano che l’obesità influisce sui livelli di linfa nel corpo e negli arti [2]. Una volta che un linfedema si è sviluppato, la perdita di peso è associata ad una sua parziale riduzione e più facile gestione. Inoltre controllare il peso corporeo permette di migliorare le problematiche correlate al linfedema quali benessere della cute, mobilità articolare, funzionalità del distretto interessato e dell’organismo in generale. Tuttavia bisogna dire che, se da un lato il raggiungimento di un peso corporeo ottimale è molto importante, dall’altro lato è fondamentale che tale peso sia raggiunto con diete bilanciate e con l’esercizio fisico e non tramite le cosiddette crash diet, ossia diete drastiche che mettono sotto grandissimo stress l’organismo.

Cibo e linfedema

Dal punto di vista nutrizionale non esiste una specifica dieta nel linfedema che si sia dimostrata più efficace o in qualche modo necessaria. Tuttavia ci sono alcune importanti indicazioni su ciò che è bene e ciò che è sbagliato fare. In primo luogo è importante che la dieta nel linfedema sia bilanciata e variata, ricca di verdura, frutta, cereali integrali, legumi e pesce, con ridotto consumo di carne e formaggi e priva di dolciumi e cibi preconfezionati.

Eliminare le proteine è pericoloso

Un secondo aspetto molto importante nella dieta per il linfedema è legato all’assunzione di proteine. Siccome il linfedema è caratterizzato da un progressivo accumulo di proteine nello spazio interstiziale, alcuni suggeriscono che riducendone l’apporto si possa contrastare il gonfiore. Tuttavia questo ragionamento è profondamente fallace e potenzialmente molto pericoloso. Le proteine infatti contengono gli amminoacidi fondamentali di cui il corpo ha bisogno per vivere. Se questi non vengono introdotti col cibo, l’organismo li andrà a prelevare da se stesso consumando i muscoli ed entrando in una condizione di denutrizione (Mahan and Escott-Stump, 2007). È importantissimo quindi non ridurre l’assunzione di proteine e mantenere, come detto sopra, una dieta bilanciata dal punto di vista dei macronutrienti.

Acqua, sodio e linfedema

Alcune fonti suggeriscono che diete a basso contenuto di sale possono essere utili a gestire il linfedema. In questo contesto la persona dovrebbe quindi evitare di aggiungere sale (cloruro di sodio) alle pietanze in cottura e a tavola e usare sostanze alternative. Tuttavia, se da un lato il sodio è in grado di trattenere i liquidi, bisogna capire che un linfedema trattiene i liquidi soprattutto a causa dell’accumulo di proteine, e non di sodio, nell’interstizio (Földi et al. 2003). Per questa ragione una persona affetta da linfedema deve essere consapevole del fatto che mangiare con poco sale ha effetti positivi per la salute, come ad esempio nell’ipertensione (He and MacGregor, 2004), ma non è una strategia efficace per ridurre il gonfiore.

Allo stesso modo alcuni pensano che ridurre l’assunzione di acqua diminuisca il gonfiore. Tuttavia, come detto sopra, l’aumento di concentrazione proteica conseguente alla riduzione di acqua tende ad incrementare la pressione oncotica uscente dai vasi sanguigni e quindi la frazione di liquidi richiamata nell’interstizio. Per questa ragione ridurre l’assunzione di acqua può essere controproducente. L’indicazione migliore dunque resta quella di assumere la giusta quantità di liquidi in funzione della propria età, del sesso, del peso e dell’attività fisica svolta.

Diuretici e linfedema

I diuretici sono usati normalmente per trattare edemi quali ad esempio quelli conseguenti ad arresto cardiaco. Tuttavia in caso di linfedema puro sono fortemente sconsigliati. Infatti, oltre a non essersi dimostrati in grado di migliorare il gonfiore (BNF, 2007), l’assunzione prolungata può aggravare la situazione a causa dell’incremento di concentrazione proteica nel sistema linfatico, che a sua volta può portare ad un aumento della fibrosi del linfedema nel lungo termine (Földi and Földi, 2003a; Lymphoedema Association of Australia 2011). Esistono tuttavia alcune circostanze in cui si possono assumere diuretici, come ad esempio nella fase iniziale del trattamento tramite Terapia Decongestiva Complessa o in condizioni patologiche complesse; tuttavia il periodo di assunzione dovrebbe essere breve e limitato. Bisogna infine dire che i diuretici non sono soltanto farmaci, ma anche sostanze di consumo quotidiano come la caffeina e l’alcol. Per questa ragione andrebbe evitata anche l’assunzione abituale di caffè e alcolici.

Supplemento di vitamine e linfedema

Non ci sono integratori o specifiche vitamine che abbiano mostrato di ridurre il linfedema. Tuttavia è fondamentale un apporto vitaminico completo per contrastare il rischio di infezioni cutanee tipico degli stadi più avanzati, specialmente nei soggetti fragili.

Conclusioni

Il linfedema è una problematica complessa che richiede una gestione complessa. Dal punto di vista della dieta il linfedema non presenta nessuna formula magica. Le indicazioni con il miglior supporto scientifico sono:

  • Avere una dieta bilanciata e variata senza la riduzione di proteine
  • Assumere acqua in normale quantità
  • Regolare del peso corporeo verso i valori ottimali
  • Praticare esercizio fisico regolare supervisionato da un terapista esperto
  • Evitare i diuretici sia come farmaci che come sostanze (alcol, caffè)

Riferimenti

  1. Helyer LK, Varnic RN, Le LW, Leong W, McCready D (2009) Obesity is a risk factor for developing postoperative lymphedema in breast cancer patients. Breast J16(1):48–54
  2. Fu MR, Axelrod D, et al. Patterns of Obesity and Lymph Fluid Level during the First Year of Breast Cancer Treatment: A Prospective Study. J. Pers. Med. 2015, 5(3), 326-340; doi:10.3390/jpm5030326
  3. Dawson R, Piller NDiet and BCRL: facts and fallacies on the web. Journal of Lymphoedema, 2011, Vol 6, No 1

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